Pregare insieme, al di là di ogni frontiera fisica e differenza religiosa, per vivere l’unità della famiglia umana. Così nasce la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani che quest’anno si celebrerà dal 18 al 25 gennaio. Si tratta di un’iniziativa ecumenica, un tempo di comunione in cui ogni fedele è chiamato a vivere il Vangelo attraverso l’unione con i fratelli e sorelle.
Rimarrete nel mio amore: produrrete molto frutto
Nata probabilmente in ambito protestante alla fine del XVIII secolo, la settimana dell’unità dei cristiani prevede una preghiera comune i cui testi sono redatti dalla commissione Fede e Costituzione del Consiglio Ecumenico delle Chiese, per protestanti e ortodossi, e dal Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, per i cattolici.
Il tema di quest’anno è tratto dal Vangelo di Giovanni, “Rimarrete nel mio amore: produrrete molto frutto” (Gv 15, 5-9). Sono le parole che Gesù pronunciò ai suoi discepoli-amici quando si avvicinava l’ora della sua morte. E sono proprio queste parole che ci accompagnano come popolo di fede, chiamati ad essere fratelli impegnati insieme nella costruzione di legami di amore nella nostra società. Come Gesù, vero uomo, ci ha amati con amore perfetto nel fondo della nostra fragilità umana, facendosi carezza, presenza e toccando ogni nostro limite mortifero per trasfigurarlo in luce di vita, così noi, suoi discepoli, siamo chiamati a fare lo stesso tra noi.
Non ci salviamo da soli
La pandemia ci sta facendo sperimentare proprio questa grande verità: non ci salviamo da soli. Gesù si è immolato per noi e noi abbiamo il dono di vivere relazioni fraterne per affrontare insieme le tappe dolorose della vita. L’invito a restare in Lui, da condividere in questa settimana di preghiera, ci faccia sperimentare il gusto di dimorare ai piedi della croce ma insieme, come fratelli e sorelle che vogliono costruire una comunità radicata nell’amore.