Presepe stellato in parrocchia
Gli universitari con Padre Facundo realizzano la natività speciale per festeggiare insieme Natale 2020
In un anno difficile come quello che abbiamo vissuto e con la pandemia in evoluzione, la celebrazione del Natale è stata momento chiave per tornare a gustare le piccole cose che ci sono venute a mancare. Potevamo forse dimenticare il simbolo del Natale, segno di speranza e ritorno a vita nuova, come la natività? Se lo scoraggiamento per le restrizioni della pandemia avrebbe potuto demoralizzare molti, rinunciando al presepe in parrocchia, non è stato il caso dei giovani universitari della parrocchia. Pieni di creatività, mani precise, braccia forti e cuore desideroso di celebrare degnamente la nascita di Cristo Signore, i ragazzi guidati da Padre Facundo e Pilar hanno lavorato duro per poter offrire alla comunità la natività interamente fatta a mano. 
Ogni anno il presepe veniva realizzato nella cappellina di San Giuseppe a sinistra dell’altare. Ma questo Natale sarebbero stati tanti gli impedimenti: distanziazione, evitare assembramenti, impedire di toccare le statuine. Allora ecco l’idea: perchè non creare un presepe volante che si possa contemplare da lontano senza rischiare di accentrarsi e toccarsi, ma sentendosi comunque in presenza come popolo di Dio, in adorazione del bimbo che nasce? Il Covid non ha fermato i nostri universitari, ed è così che oggi la Chiesa dei Santi Patroni Francesco e Caterina è illuminata da un meraviglioso soffitto stellato e, ad accogliere i fedeli, in alto al centro dell’altare, ci sono Gesù con la Vergine e San Giuseppe in una mandorla.
Per la realizzazione delle stelle ci sono state anche le piccole mani dei giovani del post cresima, così ogni stella brilla di luce propria e diversa, ed insieme, il panorama è pioggia di luci.
Ciò che ha ispirato i ragazzi per la realizzazione del presepe è stato un versetto del profeta Isaia 63, 19: “Se tu squarciassi i cieli e scendessi! Davanti a te esulterebbero i monti”. E’ un invito a guardare in alto, a lasciare che il Dio della vita scenda a far parte della nostra. Entriamo nella chiesa e cominciamo a contemplare il cielo stellato con tante stelle di diverse dimensioni, bianche con un lumino nel “cuore”, per far risaltare maggiormente la luce; ci avviciniamo all’altare ammirando un cielo di luce, diverso da quello nero a causa dell’inquinamento a cui siamo abituati, perché è aria pura quella che possiamo respirare da oggi. Il cielo rappresentato dai ragazzi è simbolo di un Natale che si fa purificatore dell’aria che respiriamo, purifica ciò che nella nostra realtà è malato, ferito, distrutto, per guarire e dare nuova vita.

Camminiamo fino all’altare dove c’è il banchetto eucaristico, ma alzando ancora gli occhi vediamo il Bambino che tiene stretti con una mano Giuseppe e con l’altra Maria: è l’Agnello pasquale che viene per salvare il mondo col suo amore. La Sacra Famiglia è in una mandorla, simbolo di fecondità e di comunicazione fra due mondi, figura composta da due metà di un cerchio che si uniscono: sono la terra e il cielo, è lo spazio divino che permea lo spazio umano, è il mistero di Dio fatto uomo che invade le nostre vite con la totalità del suo amore e dà senso ai due misteri della nostra fede, quello del Natale che celebra la vita, con quello della Pasqua che passa per morte e risurrezione.
“Venite, adoriamo!” è l’invito dei giovani per questo Natale. E se la pandemia ci ha tolto gli abbracci, con creatività e cura i ragazzi ci ricordano che dobbiamo riappropriarci dello sguardo e aprire gli occhi sul reale per contemplare la presenza del Cristo vero Dio e vero Uomo, con noi tutti i giorni, fino alla fine.
Grazie agli universitari, ai ragazzi del post cresima e a padre Facundo per questo bel regalo di Natale. Buona contemplazione a tutti!
Per maggiori dettagli sulla spiegazione del Presepe clicca qui: Il presepe 2020